domenica 26 febbraio 2012

Demon's Twilight

Io al titolo avrei aggiunto anche qualche altro termine di sicuro richiamo per tordi, rendendolo qualcosa di simile a "Shark Potter Demon's Twilight of the Rings Returns". Così, tanto per prendere ancora un po' per il culo lo spettatore di questo ennesimo trionfo del neo-horror italiano.
Lontano dalla Luce (titolo originale di cotanta bellezza del 2010) sta infatti al genere horror come Analità Campagnola sta alla zootecnia.

Nella solita Torino Esoterica® un pirla con davanti una brillante carriera da psichiatra/psicologo/stura-cessi riesce a convincere un esimio professore della facoltà di Sarcazzologia Applicata che girare un docu-mocku-mentario sulle possessioni demoniache sia una eccellente scelta per la sua tesi di laurea.
Essendo un vero leader, riunisce la sua fida ghenga di amici disadattati e per circa tre quarti del film li mette a loro agio facendogli scolare decine di bottiglie di vino in casa sua.
Una volta sufficientemente ebbro, il branco di scrocconi lo aiuterà a rintracciare una svalvolata che conosceva da bambino, e che una lieve forma di epilessia ha condotto ad una vita di dissoluti eccessi.  Devo anche dire che la rintraccia in un cimitero, dove a quanto pare la disgraziata attendeva da sempre il suo eroico non-salvatore?
Capezzolino birichino!
Ben vestita come Courtney Love si presterà nell'ordine a:
  • raccontarci la sua tediosa storia di soprusi e perdizione.
  • farsi riprendere mentre dorme (che citare Andy Warhol fa sempre cultura).
  • stringere un patto col diavolo.
  • una scopatina d'ordinanza, che male non farà.
  • un lieve quanto inconcludente caso di possessione satanica.
La carenza di idee non è una colpa (oddio, quando il tuo mestiere è raccontare storie, a dire il vero lo è), ma voler ammantare il nulla con un'aria da "guardate!  Stiamo girando il nuovo Shining, solo... MEGLIO!" grida vendetta.
Filmaccio che manca di tutto (a parte una intera muta di attori cani), e che si perde nel mare di italici liquami degli ultimi anni: non lo si può davvero ricordare sotto nessuno aspetto, se non per la noia che infonde.

Circolare, circolare... non c'è niente da vedere.

Voto: maddai!
Trashometro®: 2/10 (da vedere solo se siete in vena di completezza)