domenica 31 luglio 2011

piranh-pisell-tetton 3D!

Tette!  Mutilazioni!
Tette e mutilazioni ampiamente incluse nella confezione.



Il più grande pregio di Piranha 3D è avermi fatto scoprire che Jerry O'Connell è sposato con Rebecca Romijn-non-più-Stamos.
Ed hanno pure figliato.
Cosa che probabilmente in cuor mio già sapevo, ma negavo a me stesso nel futile tentativo di conservare un poco di speranza nel fatto che questo potesse essere un universo giusto. Ok, non lo è, ne prendo atto.

Jerry O'Connell qui fa un pregevolissimo laidone, tutto intento a girare i suoi filmatini softcore con un paio tettone (tra cui la pregiata Kelly 'muy-puerca' Brook) intente a fare zozzatine in località semi-esotiche. Come ciò possa renderlo un idolo delle folle non mi è chiarissimo, ma tutto il film non sembra popolato da campioni di pensiero razionale, quindi soprassediamo.
Per farla breve arriva con le sue tettone al seguito in questo-luogo-sul-lago-che-non-mi-ricordo-come-si-chiama-ma-va-bene-uguale dove recluta uno sbarbatello locale per fargli da guida.
Grande sfiga, giusto il giorno prima il tappo del lago si era tolto a causa di un terremoto, riuscendo in un colpo solo ad inghiottire Richard Dreyfuss ed a liberare una pericolosissima speci di piranha cannibal-incestuosi (o almeno così ce la spiega Christopher Lloyd ed io gli credo).
I graziosi pesciolini avranno il buon senso di variare la loro dieta sbranando a centimilioni i ragassuoli che se la spassano lungo le rive per una non meglio identificata mega-festa; sfortunatamente per tutti, Elisabeth Shue e Ving Rhames si opporranno al meritorio piano dei nostri ittici amici.

Film volutamente sopra le righe ed ultra-commerciale (basta guardare il cast), segue tutti i canoni del gore scemo e tardo-adolescenziale.
Partenza relativamente lenta, precipita poi in una spirale di slatter e non-sense di cui non si vede la fine.
Le scene memorabili si contano a decine, con smembramenti in tutte le salsa e stupidità dilagante, fino a raggiungere un inaspettato quanto sconvolgente clou quando IL PISELLO DI ANDREW CLEMENTS VIENE INGHIOTTITO E PRONTAMENTE SPUTATO DA UN PIRANHA IN PRIMISSIMO PIANO.
Ossignur.
IL PISELLO.
DI ANDREW CLEMENTS.
IN PRIMISSIMO PIANO.
(ok, in computer grafica, ma...) Non oso immaginare a quali farmaci abbiano dovuto ricorrere gli sventurati che se lo sono beccati in 3D al cinema...

Per il resto... boh, non ricordo neanche se ci sia stato altro, dopo questo traumatico evento.
Film che rappresenta un po' un tuffo in un passato più spensierato ancorché popolato da bestiacce fameliche del PISELLO DI ANDREW CLEMENTS.
Farmaci, ho bisogno dei miei farmaci.

Pare già essere in lavorazione un sequel, con Gary Busey e David Hasselhoff nella parte di se stesso. Imperdibile, immagino.

Voto: sarebbe da zero, ma facciamo un 1 di mal riposta stima e per il fatto che rappresenta una delle cose più trash degli ultimi eoni.
Trashometro® 10/10:

sabato 23 luglio 2011

Autopsy for everyone!

A ben guardare, tecnicamente, quelle di Autopsy sono più che altro vivisezioni... e comunque le uniche vittime sono il cinema e l'incauto spettatore.

Gruppetto di (ri)tardo-adolescenti sperano di poter trascorrere alcuni giorni all'insegna di alcool, amore libero e bagordi assortiti; in mezzo al nulla causano un incidente stradale e, grazie al cielo, vengono prontamente puniti per i loro misfatti (ok, non si può dire che si voglia traumatizzare il pubblico con un eccesso di novità, ma questo passava il convento...)
Immediatamente soccorsi dall'ambulanza più pazza del mondo, si ritrovano in un ospedale fasullo dove lo scienziato pazzo della mutua Robert Patrick conduce i suoi esperimenti che mirano a salvare la vita alla moglie moribonda.
Come sventrare gente, estrarne gli organi, appenderli al soffitto, introdurvi tubi a casaccio, collegare codesti tubi ad una macchina e da questa alla morente signora possa salvare la vita non mi è chiarissimo, ma in fondo il dottore è Robert Patrick e non mi sento certo di contraddirlo.
In fondo chi non affiderebbe i propri organi interni a Robert Patrick?

Film povero come pochi, spinge molto sulle situazioni grottesche (non volontariamente, magari) e sul gore più bieco. Si segnalano un po' di amputazioni, aperture di scatole craniche, svuotamenti della cavità toracica e... ok, poco altro.
Scemo scemo e ancora scemo, tutto sommato fa il suo dovere, se cercate un trashetto recente da vedere a cervello spento.

Voto: 2. Ho già detto che c'`è Robert Patrick?
Trashometro® 6/10:

sabato 9 luglio 2011

Sherlock

Se non è difficile trovare ottimi prodotti tra le produzioni seriali americane, credo sia fuor di discussione il fatto che negli ultimi anni le cose migliori e più innovative (in mezzo a tanto ciarpame, suppongo) siano venute dall'Inghilterra.

Ecco quindi che la BBC risponde alla temibile concorrenza di Don Matteo con una cosina da niente come Sherlock.

Rilettura moderna di Sherlock Holmes, la prima stagione conta tre episodi da 90 minuti, più un pilot di 60 (una versione alternativa della prima puntata).
Sceneggiature che prendono più o meno direttamente spunto dal corpus dei lavori di Conan Doyle e successivi, riadattando concetti e situazioni alla nostra epoca.
Sherlock è un "consulting detective" che collabora gratuitamente con la polizia (che cordialmente lo odia) solo per cercare nuove sfide. Giovane e dinamico quanto Studio Aperto, non mancherà di fare costantemente sfoggio della propria superiorità intellettuale (ecco, questo a Studio Aperto non riesce molto bene...)
Suo nuovo coinquilino è un Watson reduce di guerra, tornato con i suoi drammi fisici e psicologici; intelligente e competente, non riesce a non ammirare l'arguzia di Sherlock, che pure in molti casi risulta seccante.

Solo lodi per questa nuova versione di un grande classico.
Perfetti i due protagonisti, buone le trame ed eccellenti i dialoghi.
Dove veramente svetta anche rispetto alla concorrenza americana è poi la qualità della regia e della fotografia: scelte di inquadrature, lenti e luci come ormai è rarissimo trovare anche al cinema. Sherlock è bello anche solo da guardare, il che non è poco.
E a questo proposito, ho da tempo una curiosità che forse chi segue di più il mondo del cinema potrà chiarmi: ma dove straminchia sono finiti i direttori della fotografia con le palle? Ultimamente la roba che si vede al cinema è piatta come non mai. (a tal proposito avevo letto un interessante e deprimente articolo, ma in generale mi sembra comunque che manchi professionalità).

Voto: 9.