domenica 22 agosto 2010

Splice

Disturbante. E non è un termine che uso spesso, associato ad un film.
Splice sembra aver diviso molto il (poco) pubblico che - specie in America - pare non averlo digerito molto.

Peccato, perché è uno dei rari esempi recenti di fantascienza fatta come si deve: con uno spunto interessante e capace di stupire. E con le palle, cosa davvero non da tutti, di questi tempi in cui ci si appiattisce regolarmente sul minimo sindacale, per non pestare i piedi a nessuno.

Brillante coppia di genetisti mette a punto un paio di singolari creature capaci di sintetizzare tutta una serie di molecole utili all'industria farmaceutica. Un inopportuno cambiamento manda però a gambe all'aria la presentazione agli azionisti ed i due cadono in disgrazia.
Riusciranno però a portare avanti un loro personalissimo piano, creando qualcosa di davvero nuovo che contiene in sé anche geni umani.
Come prevedibile si affezioneranno alla creatura, che cresce e cambia in fretta, trascinando i due scienziati (che già non erano sanissimi di loro, se vogliamo ) in un incubo senza fine.

Come detto: disturbante. La piega che ad un certo punto prende il film rasenta il sordido, e non faccio fatica a credere che parecchi abbiano storto il nasino delicato.
VM 14 meritatissimo, per la cronaca.

Molto ben diretto (giù il cappello a Vincenzo Natali), creativo ed inventivo alla David Cronenberg e con un make-up intrigante, il film soffre però anche di una serie di indubbi difetti: partenza piuttosto lenta, qualche dialogo rivedibile, un po' di ingenuità assortite e - soprattutto prove attoriali scadenti.
Così-così Sarah Polley e continuo a pensare malissimo di Adrien Brody; mooolto brava invece Delphine Chanéac nel ruolo della creatura adulta.

Detto ciò, avercene di film del genere.

Voto: 9. NB: se poi vi fa cacare, non fatevela con me.
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sabato 14 agosto 2010

pa-pa-pa-PANDEMONIUM!

L'esordiente presunto regista Christian Alvart deve avere un sacco di parenti che gli vogliono bene, se con oltre 28.000 voti su IMDb è riuscito ad assestarsi su una media di 6.9, per il suo Pandorum.

Nata come grande idea (?) post-peperonata nella testolina dello stesso regista, inizialmente venne tentata la via della produzione a basso costo.
A dimostrazione che di ubriachi è pieno il mondo, finì invece nelle mani di un capace produttore che vi investì 33 dannatissimi milioni di dollari (non suoi) e fu così che come per ogni block-buster che si rispetti venne chiamato il grande nome che ti attira frotte di pubblico in sala: Dennis Quaid.
Tom Cruise quella sera era impegnato...
La grande idea, peraltro partorita come primo capitolo di una trilogia, incassò circa un terzo di quanto venne a costare.
C'è sicuramente una morale in tutto ciò, ma preferisco non soffermarmi troppo a pensarci...

Trama davvero innovativa: due tizi - tra cui Quaid, mica pippe - si risvegliano su un'astronave prossima al collasso. Sono dell'equipaggio, ma non ricordano quasi nulla della missione (col senno di poi, lasciare un block notes con un paio di istruzioni poteva essere una idea).
Andando a zonzo scopriranno la verità sulla loro missione (non ci crederete: la Terra era andata in mona), perché non c'è quasi nessuno vivo a bordo (viaggereste voi su un'astronave guidata da Dennis Quaid?), cosa cavolo sono i soliti mostroidi semi-umani che ammazzano tutto ciò che incontrano (spettatori scontenti?) e dove mai sono capitati.

Girato vergognosamente male, specie nelle innumerevoli scene di lotta, ciò che davvero contraddistingue il film è l'ennesima grande prova attoriale di Dennis Quaid, capace qui di mettere in imbarazzo l'intera umanità smentendo l'ultimo milione di anni di evoluzione.
Ah già: anche la signorina dai prosperosi seni anti-gravitazionali ha il suo perché.
Per il resto, solo noia, stupidità e sofferenza.
Complimenti al sottotitolo italiano - "l'universo parallelo" - composto durante una partita a Scarabeo, immagino.

Prossimamente, l'unica cosa per cui valga la pena andare al cinema in questi giorni: Splice. Numi, che bello.

Voto: 2 Trashometro® 5/10: Fai più male che bene.
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domenica 1 agosto 2010

Halloween II

Non riesco a spiegarmi, neppure ricorrendo al mio indubbio masochismo, perché mi tenga in pari con la fulgida carriera registica di Rob Zombie.
Davvero, è alquanto sconcertante pensare che gli unici due registi al mondo di cui ho visto proprio tutto sono Rob Zombie e Stanley Kubrick...
Suppongo di poter sempre dare la colpa alle pregiatissime natiche della consorte Sheri Moon Zombie, ed il fatto che in questo ultra-fetente Halloween II compaia solo allampanata e vestitissima in una manciata di visioni non credo abbia aiutato a migliorare il giudizio del film.

Diciamo le cose come stanno: Michael Myers inizia presto, finisce presto, fa un gran macello e di solito non pulisce il water. Ha inoltre la pessima abitudine di non riuscire a finire un lavoro che sia uno: lo ritroviamo infatti nuovamente intendo a dare la caccia alla sorella per un po' di sano ricongiungimento famigliare a suon di machete.
A contrastarlo, il solito branco di inetti e carne da macello, buoni giusto per allungare un po' il brodo.
Altro da segnalare? Proprio nulla, se non un colpo di schiena finale piuttosto prevedibile e che verosimilmente verrà presto cestinato dagli inevitabili sequel.

Ancora una volta Zombie fa tutto in famiglia, ed oltre alla moglie richiama i fedeli Tyler Mane, Brad Dourif e pure Malcolm McDowell (per la serie: "solo gente che non aveva proprio altro da fare").
A livello registico Rob si dimostra talento eclettico e fa un altro film brutto, ma di una bruttezza molto diversa da quella dei precedenti: oltre al consueto gore (gratuito e mal diretto), qui si punta forte sulla pura e devastante noia. Bella mossa, zio Rob!
Ci vengono quindi presentati una trafila di avvenimenti tenuti assieme con lo sputo, messi lì al sol fine di far durare ancora un po' il film e consentirgli di passare da una scena più o meno disgustosa (specie all'inizio) all'altra.

Per il resto, il nulla più completo.

Voto: 1. Trashometro® 1/10: (non è buono neanche come trash)
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