domenica 29 novembre 2009

Dorian Gray

"Che se io saprei che mio figlio mi diventerebbe un orecchione, vivo glielo faccio mangiare il ritratto di Dorian Gray!" (Vito Catozzo)

Al regista di Dorian Gray, invece, andrebbe fatta mangiare tutta la pellicola che ha sprecato per girare questa porcheria.

Ragazzo ricco, giovane ed affascinante (il giusto, se vogliamo, ma lascio il giudizio al pubblico femminile), Dorian Gray è però eccessivamente timido ed ingenuo per la Londra di fine 800. La cattiva influenza di un amico lo spingerà ad un patto col demonio, che ne preserverà l'aspetto esteriore facendo al suo posto invecchiare un ritratto; eternamente giovane e bello, si scopa tutto e tutti quanto e più di Marrazzo, precipitando in una vita del tutto amorale e votata all'edonismo.

Puerile riproposizione del romanzo di Oscar Wilde, qui con tanto di vaghissime venature horror buone giusto per i trailer, questo orrendo filmaccio si scontra con una dura realtà: estrapolare da un capolavoro della letteratura tutti i motti e gli aforismi non è sufficiente, se vuoi raccontare la storia al cinema.
Non paghi di un eccesso di citazionismo, a peggiorare il tutto c'è l'aver scelto alcuni degli attori più cani della storia recente: le smorfie di Ben Barnes non sfigurerebbero in un film di ninjà; ci mette del suo anche uno spaesato Colin Firth. Le donne (interpretate ugualmente male) son tutte dei cessi ed hanno l'aria di chi si lava poco, ma suppongo che ciò aggiunga un bel tocco di realismo all'inglese.

Non che non abbia le sue sfumature trash: alla fin fine puoi passare il film a giocare ad "indovina la prossima citazione" o a fare la Voce Tonante Della Coscienza Altrui®.

Voto: 3. Trashometro® 3/10:
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