giovedì 29 novembre 2007

ri-ri-pirati

Gore Verbinski con Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo conclude la trilogia (?) dei pirati, ed aggiunge ben poco a quanto non sia stato detto per l'episodio precedente.
Film eccessivamente lungo (come gli altri, del resto) e che esce solo in parte dalle secche (arrr! arrr!) dove si era arenata saga.

Salvare Sparrow dal regno dei morti, ripagare Davy Jones, inchiappettare Beckett, liberare una dea, tenere un consiglio, tradirsi vicendevolmente, limonare un po', etc. etc.: prendete questi ed altri pezzi e fatevi la trama da voi, che tanto è uguale. :-)

Talmente tanti combattimenti, salti, esplosioni, arrembaggi che alla fine si ha quasi la sensazione di essere davanti ad un esercizio circense.
Eppure del potenziale c'era: i personaggi (specie nel primo film) risultavano molto simpatici e l'ambientazione colorita.
Anche qui qualche scena davvero dirtente la si trova, a partire dalla riunione del consiglio dei pirati, ma sono fin troppo diluite.
A questo punto, uno dei misteri del cinema moderno è perché si sbattano a metterci una trama, in un film del genere - per giunta facendola inutilmente lunga ed intricata: tienila breve e semplice e lascia che lo spettatore si goda l'azione, no?

Ancora in peggiorando gli attori - compreso Depp, che riduce pure il numero di smorfie; taccio pietosamente su Orlando Bloom e su quell'inutile semi-anoressica tavola da surf che è Keira Knightley: l'unico altro attore che abbia visto peggiorare così vistosamente nell'arco della sua carriera è stato Ricky Memphis - ma lì andiamo sul professionismo... ;-)

Voto: 5.5 (meglio del secondo, ma...)
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martedì 27 novembre 2007

micio-micetto...

La fiducia nella stupidità umana non mi è mai mancata, ma devo ammettere che il regista e sceneggiatore di Prey ne ha molta più di me. :-)

Neo-famigliola non proprio felice in vacanza in Africa; la nuova moglie si ritrova con i due figli del marituccio a fare un safari fotografico a 100 metri dalla civiltà, eppure la guida riesce a farsi sbranare da un leone durante una pausa-piscio.
Seguono 90 insulsi minuti di clamorose vaccate, durante le quali non si può non fare il tifo per le bestie.

Stuuu-pi-do.

Si segnalano gli effetti speciali alla Predator per la visione degli animali, Bridget Moynahan che non si spoglia abbastanza, il bracconiere più imbecille della storia, una jeep di cartone pressato ed un Peter Weller che non si apre la coscia per estrarne la Beretta. :-)

Voto: 3 Trashometro® 7/10: (pessimo).
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domenica 25 novembre 2007

1408

Che da svariati anni Stephen King non ci provi neanche più, mi sembra un fatto assodato. Tanto vende lo stesso, quindi perché sbattersi?
1408 è tratto da un abbozzo diventato poi una storia breve, e la carenza di materiale fa sentire il suo peso.

Scrittore pseudo-horror di mezza tacca in piena crisi, si imbatte nel mito della camera 1408 del Dolphin Hotel a New York: la leggenda vuole che oltre cinquanta persone vi siano morte, in larga parte suicide; decide di trascorrevi una notte, con l'intento di sbugiardare i gestori.

La trama di fatto è assente: pochi fatti coloriti riguardanti il passato della stanza, e poi ci si dedica alle visioni suggestive-paranoiche del protagonista, tormentato per la recente morte della figlioletta.

Eppure il film ha i suoi pregi: il senso di angoscia è ben costruito, ed anche se si sa in ampio anticipo quando aspettarsi il colpo di scena e quando si tratta di un falso allarme, la tensione viene mantenuta per tutto il tempo.
Merito di una buona fotografia, di una regia tutto sommato accettabile (anche se qualche scena sopra le righe non manca, a partire dall'accanimento isterico contro il frigo-bar), di effetti speciali usati con accortezza e soprattutto di John Cusack e Samuel L. Jackson, davvero ottimi.
Senza di loro il film sarebbe stato probabilmente un evitabile esercizio di quasi-stile.

Voto: 6+ (originalità zero, ma si lascia guardare).
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venerdì 23 novembre 2007

the messengers

I gemelli Pang (che nome fichissimo, Oxide!), meglio noti per essere autori del The Eye originale, hanno resistito ben poco alle sirene del cinema americano.

Non ho grande stima per questo filone horror asiatico tutto bimbetti inquietanti, ed ancor meno per gli epigoni occidentali; questo The Messengers non propone molto più del visetto e delle tettine 17enni della protagonista. :-|

Famiglia in crisi (anche economica) si improvvisa coltivatrice dopo il trasferimento in una catapecchia di fattoria. Oscure presenze infestano la casa, e mentre lo spettatore sbadiglia della grossa.

Non succede quasi nulla, e quel poco è prevedibile con 20 minuti d'anticipo.
Ah, c'è un bimbetto inquietante - che botta d'originalità.

Comparsata, in uno dei ruoli più insensati che il cinema ricordi, del buon vecchio Smoking Man. :-)

Voto: 4. Noia. Trashometro® 1/10: (inutile anche come trash)
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martedì 20 novembre 2007

Space Vampires & Potatoes!

Pur considerandolo un mito, Tobe Hooper mi ha sempre lasciato l'idea d'aver azzaeccato un po' di film (neanche tanti, ad essere onesti) più per caso che per effettive capacità. :-)
Space Vampires (Lifeforce), anche se risulta certamente tra i suoi prodotti più decorosi, suscita strane sensazioni: in particolar modo perché, pur essendo del 1985, tutto appare così indicibilmente anni '70 da risultare un poco stucchevole.

Una missione congiunta europea-americana porta uno shuttle nella scia della cometa di Halley: qui scopre - dopo alcune scene di basso sciacallaggio da Alien - un'astronave che contiene tre "persone" in stasi.
Solo un membro dell'equipaggio si salva e viene recuperato e riportato sulla Terra assieme ai tre sotto-vetro: due bei fustacchioni di cui ci disinteresseremo completamente e - motivo del suddetto disinteresse - una patatona di proporzioni intergalattiche.
Codesta patatona si sveglierà e inizierà ad andare in giro come mamma-patatona l'ha fatta, offrendo un ampio numero di inquadrature ginecologiche e chiedendo in cambio solo la forza vitale di chi vi entra in contatto (Space Patatona: può dare assuefazione, usare senza alcuna cautela).

Vittime su vittime, che a loro volta si tramutano in pseudo-zombie e contagiano altri, si finisce che l'intera Londra si zombizza e toccherà ai nostri eroi salvare il salvabile.

La trama alla fin fine c'è anche, non si è neppure risparmiato sul cast che presenta alcuni nomi noti (non ultimo un comunque-non-giovanissimo Patrick Stewart); gli effetti speciali sono un po' poveri, certo, ma rispetto al budget abituale di zio Tobe siamo ad alti livelli. E poi c'è la galactic big potato, che fa sempre punti... ;-)
Però i dialoghi e le situazioni risultano così vecchi ed impostati da rovinare molta dell'atmosfera, e contribuiscono a renderlo un prodotto invecchiato molto peggio di altri film dell'epoca. Il che è un peccato, perché bastava poco, per diventare davvero un classico anche per il grande pubblico (e non solo un film di culto).


Voto: 6--. Ho già detto della patatona?
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