mercoledì 30 maggio 2007

metropolis

Ambientato nel miliardesimo futuro distopico, Metoroporisu dipinge una società che si avvia al totalitarismo, dove un importante industriale sta concentrando nelle proprie mani il potere, grazie alla propria superiorità scientifica.
Il suo piano per far governare un robot estremamente sofisticato viene però sconvolto dalla morte dello scienziato che vi lavorava, dalla fuga del robot e dall'intromissione di due investigatori sulle tracce dello scienziato scomparso.
Tutto questo in una società variegata e complessa, con profondi contrasti sociali ed una montante ostilità verso i robot, accusati di sostituire i lavoratori umani.

Film delicato, più sui sentimenti e sull'umanità che non sulla tecnologia ed i suoi rischi.
Ottimamente diretto da Rintaro e co-sceneggiato da Katsuhiro Ôtomo, risulta impeccabile sotto ogni aspetto, e poco importa se - come candidamente ammette lo stesso Rintaro - Osamu Tezuka avrebbe probabilmente posto il veto alla sua realizzazione.
Belli i disegni (seppur personalmente non ami lo stile), ottima l'animazione; sul finire si eccede un po' con la computer grafica.

Voto: 8 (da vedere).
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sabato 26 maggio 2007

zodiac

A differenza di molti, non grido al capolavoro, al riguardo di Zodiac.

Per due ore e mezza ci si cala nelle investigazioni su un serial killer che per quasi venti anni terrorizzò la California, con una serie di omicidi raccapriccianti e difficilmente inquadrabili in un unico modus operandi.
Da una parte ci sono le investigazioni classiche della polizia (con tutti i suoi problemi di coordinamento e le difficoltà a raccogliere prove sufficienti), dall'altra la curiosità di un giornalista di nera - che finirà anche con l'essere minacciato dallo zio Zodiac - e soprattutto l'ossessione di un collega di quest ultimo, vignettista che finirà col proseguire le indagini da solo, quando ormai nessuno sembra credere più alla possibilità di catturare il colpevole.

La prima parte, nella quale le indagini della polizia porteranno all'identificazione del principale indiziato, è molto buona e mantiene la giusta coesione: il mistero sull'identità del killer tiene abbastanza alta la tensione ed i molti dettagli lasciano allo spettatore la possibilità di farsi una propria idea ed al tempo stesso di nutrire dei dubbi; anche il presentare tutti gli errori commessi dagli investigatori contribuisce alla giusta atmosfera.
La seconda metà invece presenta il miliardesimo tizio qualunque che si ossessiona talmente tanto a qualcosa da mandare tutta la sua vita a puttane (e che puntualmente risolve il caso - o forse no, ma quanto meno ne esce) che io abbia visto al cinema.
Niente di tragico, intendiamoci, ma pecca di scarsa originalità e si fa fatica ad esserne davvero coinvolti.

David Fincher a me piace molto, e sulla regia c'è ben poco da dire: non intrusiva, ma sempre impeccabile; bella la fotografia e notevole la selezione musicale.
Bravini gli interpreti, anche se a me Jake Gyllenhaal dice il giusto; per tutta la prima parte Robert Downey Jr. procura il loro bel da fare ai tecnici degli effetti speciali e della computer grafica, che sono riusciti a farlo sembrare sobrio. ;-) Nella seconda parte invece si limita a recitare se stesso. ;-)
A dir poco inquietante vedere un Anthony Edwards con una marea di capelli in testa, almeno rispetto agli standard a cui ci aveva abituato.

Nel complesso, un film anche pregevole e confezionato con cura, ma a cui manca quel quid che gli avrebbe fatto fare il salto di qualità.

Voto: 7.
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martedì 22 maggio 2007

[ninja] ninja reprint/2

Dopo il primo compendio ninjesco, eccoci alla seconda puntata.
Chicca del giorno, per gli amanti del genere, sono due thread sul forum dell'ottimo FilmBrutti.com; nel primo si segnala un fatto poco noto ai più: Satomi del rovinatissimo Love Me Licia (ed epigoni) era interpretato niente meno che da Sebastian Harrison, figlio del leggendario Richard!
Nel secondo thread, una utilissima guida su come travestirsi da ninja usando una banale t-shirt. Mai Più Senza®! ;-)

But now... ninja reprint reloaded!

  • The Ultimate Ninja: Bruce Baron e Stuart Smith, nell'eterna lotta tra il bene e il male! Che scontri meravigliosi, e quale insensatezza il girato originale, che narra le vicende di un melmosso villaggio dove Jimmy combatterà Ronald per vendicare il padre.
  • Ninja Dragon: in cui Paulo Tocha (in arte Bruce Stallion) avrà l'ardire di sfidare Richard Harrison, qui brillantemente spalleggiato da Quel Bel Tipo Di Pierre Tremblay. Da non perdere, nella pellicola hong-kongese, i tizi che si suicidano tirando craniate contro pietre e lapidi.
  • Ninja The Protector: il filmaccio originale che già fece capolino in Ninja Il Guerriero torna a perseguitarci nei nostri incubi, ripresentandoci Eagle, Mike Tien e l'affascinante (sort of) Morna Lee. In questo complicatissimo ninja-movie, son da tener d'occhio gli scontro del nostro Richard (qui ninja poliziotto in incognito anche per suoi colleghi) e del malvagio ninja-motociclista David Bowles. Delirante e buono anche per iniziarsi al genere.
  • Ninja Squad: sconsigliato ai deboli di cuore per la brutalità dello scontro tra Ninja Master Gordon e il malvagissimo Dave Wheeler (che si guadagna un posto d'onore nel pantheon dei film di ninjà con una interpretazione allucinante); peccato che nel girato orientale il ninja Billy, spinto da brama di vendetta, faccia un eccessivo ricorso alle armi da fuoco; non che non sia bello, ma forse non è l'idea per cominciare.

Fuori dalla serie "due film in uno" segnalo anche:

  • Lethal Ninja: un delirio (i ninja sui pattini! le ballerine al bar! le risse! i beveroni arancioni!) la cui visione - come suggerisce il nome - sarà presto utilizzata al posto delle iniezioni letali, per punire chi si è macchiato dei crimini più atroci (nel caso vi venisse il dubbio: errore mio, il trashometro doveva essere verde!).


Ninjoy, my friends!

venerdì 18 maggio 2007

evangelion

Neon Genesis Evangelion

Rivisto nella versione inglese (platinum collection).

Poche serie al mondo si prestano allo sfrenato onanismo mentale quanto Neon Genesis Evangelion (Shin Seiki Evangelion in originale).
Prodotto dalla Gainax (per intenderci: GunBuster e Il Mistero Della Pietra Azzurra per citarne solo due già recensiti) a metà anni 90, quando erano all'apice dello splendore, si dipana su 26 episodi in un crescendo di intensità ed approfondimento come pochi se ne erano visti (e pochi se ne vedranno).

Parto della mente malgeniale di Hideaki Anno e col pregevole character designer di quell'erotomane di Yoshiyuki Sadamoto, la serie rielabora i decenni precedenti di anime robotici e - specie in riferimento ai classici - ne integra ed al tempo stesso stravolge i canoni; il tutto in un prodotto il cui fulcro non sono i combattimenti, ma bensì l'introspezione dei personaggi.

Nel 2015 il mondo si sta riprendendo dal Second Impact, una immane catastrofe che ha sciolto il polo sud e provocato la morte di miliardi di persone; in questo contesto appare particolarmente poco gradita la venuta di misteriosi nemici, battezzati Angeli, che sembrano intenzionati a distruggere ciò che resta dell'umanità.
Ad affrontarli sarà la NERV, branca operativa della misteriosa organizzazione SEELE, che contrattaccherà con gli Evangelion: enormi robot di natura organica che devono essere guidati da ragazzi quattordicenni accuratamente scelti, in quanto gli unici in grado di sincronizzarsi con queste "macchine" che rappresentano l'unica arma contro l'impenetrabile AT-Field (Absolute Terror Field) dei nemici.

Quel che sembra una situazione lineare, si complicherà enormemente man mano che la trama si dipanerà, e molti misteri dovranno essere affrontati dai protagonisti (e non pochi resteranno almeno parzialmente irrisolti): chi sono e cosa vogliono gli Angeli? Chi è davvero la SEELE e quali sono i suoi scopi segreti? Quali sono i piani di Gendo Ikari, capo supremo della NERV?
Eppure, nonostante la componente d'azione e di intrigo sia notevole, in primo piano restano sempre i sentimenti e la crescita di tutti i protagonisti, specie quelli dei Children (i ragazzi scelti per pilotare gli Evangelion) ed in particolar modo del giovane protagonista Shinji Ikari.

L'intera serie è permeata di riferimenti religiosi (cattolicesimo, ebraismo, cabala...) e psicologici/psichiatrici; numerose le chiavi di lettura a cui si presta, specie se inserito nel contesto del "mondo otaku" (ma non solo); un'analisi completa di tutte le interazioni tra i personaggi meriterebbe un trattato, ed in effetti quantità enormi di materiale sono già state scritte.

Tecnicamente notevole (fino al taglio di bugdet dopo la 19esima puntata) e con ottimi character e mecha design, la serie fece scalpore anche per gli ultimi due episodi: conclusa la trama con le vicende principali, le ultime puntate si concentrano sulle conseguenze psicologiche degli eventi sulla mente di Shinji (e non solo); puntate complesse e verbose, che molti hanno faticato a digerire quando non rifiutato in toto.
Anche per questo in seguito vennero realizzati due film (in realtà uno solo, che recensirò in futuro), che forniscono una descrizione più comprensibile degli eventi che hanno coinvolto i protagonisti, ma che non va vista come un finale alternativo quanto piuttosto in una descrizione più esplicita dei concetti già espressi nella serie (oltre a fornire un bel po' di battaglie tra robottoni e spiegazioni su alcune questioni non chiarite).

Un titolo seminale della fantascienza moderna (e non solo dell'animazione), che ha fatto storia, e sul quale la Gainax non ha mancato di lucrare (anche giustamente) in maniera quasi imbarazzante: gadget, riedizioni vari, videogiochi, spin-off, manga e tutto ciò che vi può venire in mente. Da tempo si vocifera di un film dal vero, ma pare che la Weta abbia al momento sospeso il progetto; quel che è certo è che a breve dovrebbero uscire altri film, che estendono alcuni punti della trama (se sarà solo una grezza operazione commerciale, lo vedremo).

Le uniche altre serie animate che mi abbiano mai appassionato tanto sono state Cowboy BeBop e, più di recente, la seconda stagione di Ghost In The Shell: Stand Alone Complex - a proposito della quale, dato che non si può recensire Evangelion senza darsi all'onanismo mentale, mi sento di dire che fa alle dinamiche sociali quello che Evangelion fa all'introspezione psicologica. Ecco, l'ho detto. :-)

Note sull'edizione americana: buono il video, decenti tutti i doppiaggi tranne le voci di Misato e di Asuka, a mio parere troppo squillanti.

Per approfondire l'argomento mi sento di consigliare, oltre alla solita pagina di Wikipedia e ad una ancor più classica ricerca su google, anche il sito di Stefano Poggioli.

Voto: 11. :-)


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martedì 15 maggio 2007

[rivisto] Equilibrium

L'equilibrio di Equilibrium deve essere piuttosto instabile, se invariabilmente chi lo ha visto si divide tra chi lo ama alla follia e chi lo odia.

Personalmente l'ho apprezzato molto, ma riconosco che abbia molti elementi che possono risultare sgradevoli a chi è abituato a modi diversi di "fare cinema".
Il film è oggettivamente un mega-frullato di temi già sviscerati in libri e pellicole precedenti, a partire da Fahrenheit 451 e THX 1138; eppure, nonostante il fatto che la storia narrata non sia certo qualcosa di mai visto, la trama resta comunque buona e molto ben caratterizzata e sviluppata.
Il film risulta sempre molto focalizzato sul messaggio che vuole veicolare, senza intrecci laterali o sotto-trame, e questo non è un male in un film che voglia essere anche un action-movie.

L'ambientazione subisce più o meno lo stesso trattamento della trama: niente di nuovo, se vogliamo, ma tutto è estremamente chiaro e c'è grande attenzione ai dettagli.

Dove eccelle, a mio parere, è nel fattore tamarro: John Preston (e anche alcuni altri protagonisti) sono maragli da morire. Sì, proprio truzzissimi. Cioè, zarri un casino. E pure parecchio sboroni! ;-)
Vestiti, dialoghi, atteggiamenti ed azioni: tutto contribuisce a renderli cool fuori di misura.
Grande ciliegina sulla torta è poi il Gun Kata, l'arte marziale nata dalla fantasia del regista e sceneggiatore Kurt Wimmer: studiando migliaia di conflitti a fuoco, si sono determinate delle regole grazie alle quali il combattente possa muoversi e posizionarsi nelle zone che statisticamente siano le meno esposte ai proiettili avversari, ed al tempo stesso siano le migliori da cui colpire. Miscelare il tutto con un po' di abilità marziali, qualche spadata e tanto close-quarters combat ed avrete qualcosa che vi farà sorridere. :-) E niente cavi, che al giorno d'oggi non è poco.

La trama: solito futuro distopico post terza guerra mondiale, dove nella città-Stato di Libria il governo impone la soppressione delle emozioni quale unico mezzo per evitare future guerre (ma anche e soprattutto per mantenere il controllo della popolazione); questo si attua in due modi: da una parte tutti sono obbligati ad assumere giornalmente una dose di un farmaco, dall'altra ogni oggetto d'arte viene sistematicamente rintracciato e distrutto.
Per chi sgarra, ci sono le forze del Grammaton, addestrate per combattere la resistenza; uno dei suoi membri di punta, non si fa scrupolo di sopprimere prima la moglie (madre dei suoi due figli) e poi il suo collega, per aver eluso le regole. La casuale impossibilità di assumere la sua dose giornaliera di farmaco lo spingerà però ad allontanarsi progressivamente dal suo ideale di ordine senza emozioni, fino ad unirsi alla resistenza.

Nota di merito a Christian Bale, bravo e agile (molto più che in Batman Begins).

Voto: 9. indice di tamarraggine: 11. (da vedere e valutare coi propri occhi, perché pare che i giudizi altrui non siano applicabili, ad un film simile)
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sabato 12 maggio 2007

the aviator

Un po' un esercizio di stile, The Aviator.
Martin Scorsese confeziona un film impeccabile sotto ogni aspetto e si avvale di un cast da paura; eppure il risultato, nel complesso, mi risulta difficilmente digeribile.

La biografia di Howard Hughes meritava forse un trattamento più "dinamico" e meno dilatato: alcuni episodi della sua vita vengono invece rappresentati come a compartimenti stagni, in un insieme poco coerente; grave poi glissare sulle circostanze della sua morte, preferendo una chiusura più soft.

Bravi, bravissimi, tutti gli interpreti, incluso Leonardo DiCaprio che di norma non mi fa impazzire (eccezionale Cate Blanchett, ma non è una novità).

Voto: 6.5.
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