mercoledì 26 luglio 2006

silent benny hill

Silent Hill fa raggiungere al cinema stylish nuove ed impensate vette. Sfortunatamente chi lo ha prodotto deve aver creduto che un po' di nebbia, qualche mostro buffo ed una bimba inquietante fossero validi sostituti per trama, senso del ritmo e dialoghi decenti.

Una bimbetta adottata ha degli incubi durante i quali continua a ripetere Silent Hiiill, ovvero il nome di una città abbandonata che fu sede di una terribile catastrofe.
La mammina, che compensa il proprio scarso acume con due tettine dure-dure, decide di andare a farvi turismo zombie-sessuale.
Non fa in tempo a parcheggiare la macchina che la bimba svanisce nel nulla e deve dunque fiondarsi alla sua ricerca, con l'aiuto di una poliziotta.
Nel corso della ricerca, strani incontri con mostri, entità sovrannaturali assortite e gente strana varia.

Forse (forse) la trama sarebbe anche stata quasi sufficiente, se non fosse per il piccolo dettaglio che Silent Hill non fa paura.
Un particolare tutto sommato rilevante, visto che stiamo parlando di un film horror. :-)
E non è che non fa paura perché ormai ho fatto il callo a quasi tutti i cliché del genere: è che proprio non c'è nulla che possa anche solo lontanamente spaventare.

Diretto da quel mostro che già ci aveva regalato una mezza ciofeca come Crying Freeman ed una purga intestinale come Il Patto dei Lupi, Silent Hill si limita a bullarsi delle proprie scene nebbiose, dei propri mostri presi di peso dai videogiochi senza preoccuparsi troppo di rendere interessante la storia.

Tratto da una longeva serie di videogiochi, che mi dicono avere momenti davvero da brividi, non si inserisce certo tra le più immonde schifezze che si possono pescare nel maleodorante mare dei film tratti da videogiochi, ma solo perché nel genere c'è talmente tanto materiale trash che a sparar nel mucchio è più facile trovare un titolo peggiore che uno migliore.

Voto: 4. Trashometro® 1/10:
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